Dal momento in cui si sottoscrive un prestito personale, la legge italiana dà al debitore la possibilità di “ripensarci”. Praticamente, egli ha 14 giorni di tempo dal momento in cui stipula un contratto di prestito per poter recedere dal contratto di prestito, senza dover pagare alcun costo o altre penali per questa sua decisione. Si tratta di un vero e proprio diritto di recesso, che può essere fatto per diverse cause. La cessazione del contratto di prestito fa terminare, ovviamente, anche tutti gli altri contratti ad esso legati. Ad esempio, se hai sottoscritto un’assicurazione per i prestiti, anch’essa cessa di esistere.
Bisogna fare una differenziazione nel caso in cui si sia già ricevuta la somma di denaro richiesta in prestito, o meno. In quest’ultimo caso la cosa è molto semplice, bisogna fare comunicazione alla società finanziaria della decisione di voler recedere dal contratto (ricordate il termine ultimo di 14 giorni) e non si riceverà più la somma di denaro richiesta. Se invece si è già ottenuto il prestito, magari la somma è stata accreditata sul proprio conto corrente, allora bisogna restituirla completamente entro il termine massimo di 30 giorni. Oltre alla somma bisogna anche aggiungere gli interessi che sono maturati dal momento in cui si è ricevuta la somma di denaro fino al giorno in cui la stessa somma di denaro si restituisce.
Perché si dovrebbe ripensare ad un finanziamento? Dato che i prestiti personali ti impegnano per diverso tempo, fino a 10 anni, potrebbero sopraggiungerti degli imprevisti in quei 14 giorni di tempo tali da farti preferire rinunciare al finanziamento. Oppure potresti aver trovato, in questo lasso di tempo, un finanziamento migliore e più conveniente con il quale far fronte alla tua spesa. Quale che sia la motivazione reale non è importante, la cosa che devi ricordare è che la legge ti permette di avere questo “diritto di ripensamento”.